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Papa Francesco, i senza casa e la chiesa di Palermo

Umberto Santino

Papa Francesco, i senza casa e la chiesa di Palermo

Papa Francesco con le sue parole e i suoi gesti in pochi mesi è riuscito a dare un volto nuovo alla chiesa cattolica, cominciando con l’affrontare problemi spinosi, come l’IOR e la pedofilia. Riuscirà a trasformare in chiesa dei poveri un’istituzione che è un’icona bimillenaria di potere e ricchezza o le sue intenzioni, scontrandosi con prassi sedimentate, rischiano di dissolversi come bolle di sapone?
Un esempio, locale ma significativo. Da alcuni anni a Palermo si è sviluppata una nuova ondata di lotte per la casa che, grazie anche alla collaborazione di pochi che hanno cercato di dare una mano, sono riuscite a conseguire risultati significativi, come l’assegnazione di decine di case confiscate ai mafiosi. E’ la prima volta che accade in Italia. Si è costituito un Comitato per il diritto alla casa che ha organizzato manifestazioni e occupazioni, prima quella simbolica della cattedrale, poi di palazzi vuoti e abbandonati. Il Comitato ha proposto l’autorecupero di costruzioni cadenti. Potrebbe essere una strategia per il restauro del centro storico, che non può limitarsi agli immobili di pregio, ma finora la proposta non ha avuto l’accoglienza che merita. Recentemente è stato elaborato un documento sulla situazione attuale e ci sono state altre occupazioni. Sono stati occupati un palazzetto di proprietà della Curia, un istituto contiguo alla chiesa della Pietà, abbandonato e saccheggiato dagli instancabili guastatori cittadini, e un convento, lasciato da pochi anni da suore famose più che per la loro devozione per le loro arti pasticciere, capaci di dispensare, assieme ad altre storiche colleghe, dolci irresistibili, come il trionfo della gola e le deliziose e impudiche minne di vergini. Il convento, imprevedibilmente, è in buone condizioni e si potrebbe facilmente trasformare in alloggio per parecchie famiglie.
Alcuni del Comitato hanno incontrato il cardinale Romeo e altri prelati e, da quello che mi hanno raccontato, hanno ricordato le parole di papa Francesco che invitano a dare ospitalità ai senza casa nei conventi deserti e in altri locali di proprietà ecclesiastica. Dal loro racconto immagino che la reazione dei prelati non sia stata dissimile da quella di un coinquilino del papa nel residence di Santa Marta che, dovendosi recare a San Pietro, attendeva l’auto blu. Papa Francesco gli ha detto: “Perché non ci vai a piedi?”. Comunque, qualunque sia stata l’espressione del volto dei prelati palermitani, la risposta è stata: no. Con varie scuse: la chiesa è povera, ha mille problemi, i senza casa debbono cercare altrove e smetterla con le occupazioni.
Qualche giorno fa anche la comunità dell’Albergheria, che fa capo alla chiesa di San Francesco Saverio, pur condividendo il documento del Comitato, ha preso le distanze dalla parte che ripropone le occupazioni come metodo di lotta. Sono illegali e la legalità va rispettata. Don Cosimo Scordato, rettore della chiesa, aveva invece sottoscritto il documento e i parrocchiani non sono d’accordo con lui. Per il Comitato risponde Nino Rocca: ma di quale legalità parlano? Di una legalità che ignora e calpesta i diritti umani e civili? E propone di discuterne. Se ci sarà, sarà un confronto interessante.
Nonostante la beatificazione di padre Puglisi (il cui culto pare che abbia imboccato la strada tradizionale della venerazione delle reliquie), l’impegno di alcuni sacerdoti, sembra che le gerarchie ecclesiali e le comunità parrocchiali, anche le più impegnate, siano concordi nel ritenere che le parole di papa Francesco siano soltanto delle bolle di sapone.
Per evitare che facciano questa fine, i senza casa di Palermo hanno scritto una bellissima lettera al papa. Risponderà? Intanto chiedono di leggerla nelle chiese della città e non so quanti saranno i preti che accoglieranno la loro richiesta.

Pubblicato su “Repubblica Palermo” del 4 febbraio 2014, con il titolo: La Chiesa che ignora il Papa e nega i conventi ai senzatetto.