Indagini delitto Impastato
Indagini delitto Impastato
Comunicato stampa: La casa del capomafia Badalamenti assegnata all’Associazione Impastato e le indagini sul delitto Impastato
Il 9 scorso “la Repubblica” ha pubblicato un servizio in cui si annuncia che la casa confiscata al capomafia Gaetano Badalamenti è stata assegnata all’Associazione Peppino Impastato di Cinisi.
Il 9 sera c’è stata la presa di possesso simbolica da parte dei familiari di Peppino, del Centro Impastato di Palermo, dell’Associazione di Cinisi e del Forum sociale antimafia, a cui abbiamo voluto che prendesse parte il nipote di Placido Rizzotto.
Nella ricostruzione di “Repubblica” manca qualsiasi riferimento al ruolo che alcuni compagni di Peppino e in particolare il Centro Impastato di Palermo hanno avuto nel salvare la memoria di Impastato da chi lo voleva terrorista e suicida e nel richiedere e ottenere giustizia.
Pare che tutto il merito sia del film “I cento passi”, e ciò anche in relazione con le recenti affermazioni di Saviano, secondo cui il processo ai responsabili dell’omicidio si sarebbe fatto in seguito all’uscita del film, mentre come dicevamo in un comunicato, pubblicato solo parzialmente dal quotidiano, erano già in corso due processi ai mandanti del delitto e la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mafia era vicina ad ultimare i lavori sul depistaggio delle indagini ad opera di rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura.
“La Repubblica” riporta anche la seguente dichiarazione del fratello di Peppino, Giovanni: “Chiedo che le indagini sulla morte di Peppino vengano riaperte. Bisogna fare luce sui depistaggi che hanno favorito Badalamenti”.
La Commissione antimafia nella relazione approvata nel dicembre del 2000 ha chiarito che ufficiali dei carabinieri e magistrati hanno depistato le indagini e favorito in tal modo i responsabili dell’assassinio e questo è stato un risultato storico del lavoro dei familiari, di alcuni compagni e del Centro Impastato di Palermo. Lo consideriamo un dato già acquisito.
Se ci saranno aspetti da approfondire, se emergeranno novità (ma non pare che finora ne siano emerse ), il Centro si impegnerà perché si accerti la più completa verità sulle vicende che hanno portato al depistaggio delle indagini sull’omicidio di Peppino.
I processi a Palazzolo e a Badalamenti, grazie anche all’ottimo lavoro svolto dal Pubblico Ministero Franca Imbergamo, si sono conclusi nel 2001 e nel 2002 con le condanne a trent’anni del primo e all’ergastolo del secondo. In seguito i due capimafia sono deceduti.
Resta invece aperta la questione della morte del padre di Peppino, verosimilmente in un incidente per camuffare un omicidio. Nella prefazione al libro di Giovanni Impastato, “Resistere a Mafiopoli”, scrivevo che la decisione di riaprire le indagini, che non si sono mai svolte, spetta ai familiari.
Umberto Santino