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23 maggio 2010

23 maggio 2010

prot. 243 /10 palermo, 21. 05. 2010
Il Centro Impastato non parteciperà alle iniziative che si terranno il 23 maggio in ricordo della strage in cui sono morti i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Antonino Montinaro e Vito Schifani, perché ritiene offensiva per la loro memoria la passerella a cui prenderanno parte i ministri Gelmini, Maroni e Alfano, rappresentanti di un governo che è fuori dalla legalità costituzionale, con il continuo ricorso da parte del suo capo alle leggi ad personam per sottrarsi alla giustizia.
Il “patto per la legalità” di cui parla il programma della giornata organizzata dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone con la sponsorizzazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, retto da una signora senza arte né parte, premiata solo per la sua devozione al ducetto di Arcore, si rispetta solo e unicamente se si rispettano i principi fondamentali della Costituzione repubblicana, quotidianamente calpestata dal governo e dal suo capo. Qualsiasi dichiarazione di buone intenzioni è solo vuota retorica se viene da personaggi complici di un presidente del Consiglio che ogni giorno denigra e offende la magistratura e copre le malefatte intollerabili della “cricca” di speculatori di professione che si è creata attorno a lui.
Per Berlusconi e Dell’Utri un capomafia condannato all’ergastolo come Vittorio Mangano è un “eroe” perché ha taciuto sul suo ruolo presso la villa di Arcore. Questo è l’elogio più spudorato dell’omertà mafiosa che sia mai venuto da uomini di potere.
Spiace che a fare da coro ai ministri ci siano magistrati impegnati nella lotta contro la mafia e ad ascoltarli e applaudirli ci siano tanti giovani che dovrebbero capire che questo governo è il più favorevole all’affermazione del modello mafioso dall’Unità d’Italia a oggi, perché della mafia condivide interessi e codici culturali, considerando l’illegalità sistematica una risorsa e l’impunità conseguita con tutti i mezzi uno status symbol.
Il ministro Maroni, esponente di un partito esplicitamente razzista come la Lega Nord, si vanta dei successi ottenuti con l’arresto di capimafia e gregari. Questi successi sono dovuti unicamente a uomini delle forze dell’ordine e della magistratura, che compiono quotidianamente il loro dovere, nonostante la povertà dei mezzi sempre più ridotti per colpa del ministero e del governo, e nonostante le politiche filomafiose che stanno raggiungendo la massima espressione con la limitazione drastica di uno strumento indispensabile come le intercettazioni telefoniche e il bavaglio a quel che rimane di un’informazione non asservita.
L’anno scorso abbiamo dovuto assistere allo spettacolo penoso del sequestro dello striscione dei Cobas con la scritta “La mafia ringrazia lo Stato per la distruzione della scuola pubblica”. Chi scrive ha assistito a questo spettacolo e chiamato dal magistrato come persona informata dei fatti ha dichiarato che a volere il sequestro sono stati i responsabili della Fondazione Falcone, la cui segretaria ha visto fare la spola dal palco agli uomini della Digos. La ragione di tanto accanimento: non dispiacere alla signorina Gelmini, star della passerella già lo scorso anno e principale responsabile, su ordine del suo datore di lavoro, dello sfascio della scuola pubblica, uno dei pochi presidi ancora in piedi di una società democratica.
Con questo tipi di antimafia, supersponsorizzata con i soliti metodi personalistici e clientelari, vuotamente spettacolare e predicatoria, succube di un governo antidemocratico, non abbiamo nulla da spartire e ci auguriamo che quanti partecipano alle manifestazioni in buona fede si rendano conto che per onorare degnamente i caduti nella lotta contro la mafia bisogna fare un patto per la legalità democratica, con un principio fondamentale: la coerenza tra le cose che si dicono e quelle che si fanno.

Umberto Santino Presidente del Centro Impastato